La storia urbana della città fortezza ideale

Un progetto multidisciplinare alla riscoperta di Palmanova

Palmanova: la città ideale all’interno della città-fortezza. Questo è il fulcro del progetto che ha preso vita grazie alla professoressa Marisa Dario e che ha permesso a noi studenti e studentesse di esplorare una realtà storica e artistica della nostra regione. L’iniziativa si è articolata in quattro fasi; la prima era costituita da una lezione frontale con la professoressa Dario su «Palmanova: città ideale/fortezza del Rinascimento», la seconda da una vista guidata da Maria Trevisi presso la città fortezza, accompagnati dalle professoresse Marisa Dario, Annalisa Nocino e Antonella Malisano (fig. 1). Durante queste due occasioni abbiamo potuto conoscere il contesto storico e artistico della città stellata e iniziare ad approcciarci alla sua storia.

Abbiamo scoperto che Palmanova dal 2017 si annovera tra i patrimoni dell’umanità UNESCO nel sito seriale transnazionale «Opere di difesa veneziane tra XVI e XVII secolo: Stato da Terra-Stato da Mar occidentale». Infatti, la Serenissima avviò la costruzione della struttura fortificata di confine per darle un ruolo difensivo a discapito delle invasioni ottomane e delle mire espansionistiche degli Asburgo. Simbolicamente la sua data di fondazione viene fatta risalire al 7 ottobre 1593, ricorrenza di Santa Giustina, diventata poi patrona di Palmanova, e anniversario della Battaglia di Lepanto (1571), in cui la Serenissima sconfisse l’Impero Ottomano. Il nome “Palma” simboleggia la vittoria, mentre l’aggettivo “nova” venne aggiunto da Napoleone Bonaparte. Palmanova è inoltre uno dei più importanti modelli di architettura militare “alla moderna” di età tardo rinascimentale, oltre che essere l’unico esempio di città di fondazione ancora intatta nella propria forma di stella a nove punte. La città-fortezza fu eretta al centro della pianura friulana sulla base di una precisa idea progettuale elaborata da un’équipe di ingegneri e trattatisti che operavano presso l’Ufficio di Fortificazioni sotto la guida del Soprintendente Generale Giulio Savorgnan. La sua pianta è formata dai due ordini difensivi dei baluardi e dei rivellini e la terza, la più esterna con le lunette, aggiunta da Napoleone all’inizio del XIX secolo.

Fu Marc’Antonio Barbaro (fig. 2) a dirigere e coordinare la prima fase dei lavori per la realizzazione della struttura fortificata a nove baluardi e della cittadella ideale al suo interno: ed è dalla sua forte spinta di carattere anche sociale che nasce questo capolavoro di ingegneria militare. Durante la visita guidata abbiamo potuto apprezzare i valori rinascimentali di Palmanova, come ad esempio la sua simmetrica disposizione dei moduli architettonici delle fortificazioni e il suo impianto urbanistico radiale con al centro la maestosa Piazza Grande, l’antica piazza d’armi. Il fatto che quest’ultima sia il cuore pulsante della fortezza mette in rilevo la scelta e la decisione del Barbaro rispetto all’identità e alla natura di Palmanova.  Inoltre, è presso la Piazza Grande che sono collocate delle riproduzioni delle macchine “per far fortezza”: si tratta di alcuni strumenti e tecniche attraverso cui Palmanova venne realizzata alla fine del 1500, che ci hanno permesso di comprendere l’urbanistica cittadina al meglio. La piazza è un esagono perfetto su cui si affacciano eleganti e importanti palazzi, tra cui il Duomo, custode di opere di notevole interesse. Il progetto della Chiesa del Santissimo Redentore si attribuisce per tradizione a Vincenzo Scamozzi (1548 – 1616), allievo del maestro Andrea Palladio. Sul lato sinistro dell’edificio compare il campanile, relativamente basso e tozzo rispetto al Duomo. L’obiettivo era non renderlo visibile dall’esterno della fortezza per non dare punti di riferimento a eventuali forze assedianti. È anche da questi accorgimenti che emerge il dualismo di quella che è una delle realtà urbane più singolari nella storia del Rinascimento italiano.

Una volta lasciata Piazza Grande, ci siamo diretti verso il centro multimediale di Palmanova. Qui abbiamo assistito ad alcune «interviste immaginarie» ai provveditori generali della fortezza e ad alcune figure che hanno avuto particolare rilievo nei tre periodi della storia della città (veneto, austriaco e francese). Abbiamo anche preso visione di un video sulla storia della città/fortezza di Palmanova. Successivamente abbiamo seguito la guida in direzione delle mura difensive. Durante la passeggiata lungo i baluardi e le cinte difensive ci siamo soffermati particolarmente sulla Sortita del Baluardo Donato, una delle «punta di freccia» che crea la forma di stella a nove punte di Palmanova. Vicino all’ingresso del baluardo si trova un terrapieno, la «falsabraga», realizzato per occultare gli spostamenti delle truppe dall’interno della fortezza verso l’esterno. Inoltre, all’interno del baluardo Donato sono presenti gli «Orecchioni», due logge di guardia per i soldati. La cinta difensiva, poi, è percorsa nel suo sottosuolo da un sistema di gallerie ed è composta da tre cerchie di mura difensive. Mentre le prime due sono opera della Repubblica di Venezia, la terza nacque per iniziativa di Napoleone Bonaparte, che decise di ammodernare il sistema difensivo con l’aggiunta di nove lunette, ovvero baluardi cinti da un fossato a secco.

Il centro storico di Palmanova si raggiunge attraverso tre Porte Monumentali, progettate dall’architetto Vincenzo Scamozzi e denominate come le città verso cui guidano. Sul posto abbiamo realizzato un rilevo fotografico di Porta Aquileia, Porta Udine e Porta Cividale: ogni gruppo di lavoro della classe 4^E si sarebbe successivamente concentrato su una di queste per la terza fase, ossia la restituzione grafica, coordinati dalla prof.ssa Elena Grimaz. (figg. 3, 4).

La classe 4L avrebbe invece affrontato l’ipotesi ricostruttiva della torre a pianta circolare o del fortino pentagonale posto al centro della città, sotto la direzione della prof.ssa Marisa Dario (figg. 6 – 11).

Infine, l’ultima fase dell’esperienza si è tenuta presso l’Archivio di Stato di Udine. Qui, durante una visita, Oliviero Farneti, Archivista di Stato di Udine e responsabile della didattica, ci ha presentato il Catasto Napoleonico e quello Austriaco di Palmanova. Tra i materiali visionati ci sono stati delle mappe del censo provvisorio (1811-22), alcune del censo stabile (1831 e 1851) e una a scala ridotta (1843). Inoltre, abbiamo consultato i Registri e Catasti relativi al censo stabile del 1851 (fig. 5).

Nel complesso l’esperienza è stata molto formativa e stimolante, soprattutto perché ci ha permesso di sviluppare competenze multidisciplinari e legate anche all’Orientamento. La valenza orientativa del percorso ha trovato riscontro soprattutto attraverso il confronto con varie figure professionali proprie dell’ambito dei Beni Culturali: dalla nostra insegnante di Disegno e Storia dell’Arte che ci ha spiegato la storia di Palmanova, alla guida turistica autorizzata FVG che ci ha guidato dentro la città-fortezza e, infine, all’archivista che ci ha illustrato le mappe e i catasti relativi a questa singolare realtà storica. È attraverso questa esperienza di prima mano e la collaborazione con le personalità citate poco prima che abbiamo potuto addentrarci nel mondo dell’architettura rinascimentale e comprendere meglio i vari rami delle occupazioni lavorative artistiche.

Alice Bozzetti, 4E

Copertina. Palmanova. Veduta aerea.

Fig. 1. Visita guidata a Palmanova: particolare della fortificazione.

Fig. 2. Lambert Sustris (1515 – 1584), Ritratto di Marcantonio Barbaro, 1572, Provveditore alle fortezze di Palmanova.

Fig. 3. Silvia Pentore, Rilievo di Porta Udine.

Fig. 4. Giorgia Bertin, Arlene Buccheri, Maddalena Dal Bò, Giulia Belloni, rilievo di Porta Cividale.

Fig. 5. Archivio di Stato di Udine, Mappa del Catasto napoleonico, Palmanova

Fig. 6. Archivio di Stato, Venezia, 1593. Senato, Dispacci dei rettori, Palma, Provveditor generale, filza 1, dis. 1 (Mappa del fortino pentagonale).

Figg. 7 – 8. Laboratorio di disegno. Attività grafica: restituzione del fortino pentagonale con plastico.

Fig. 9. Laboratorio di disegno. Attività grafica. Restituzione del fortino pentagonale: plastico.

Fig. 10. Disegno della torre circolare

Fig. 11.  Plastico della torre circolare