Visita didattica alle cinte murarie e rogge medievali di Udine

Gli studenti della classe 3H hanno visitato i luoghi protagonisti delle loro ricerche.

A seguito di approfondimenti ed esposizioni sulle antiche rogge di Udine e di Palma e sulle cinte murarie della Udine medievale – realizzati in classe per piccoli gruppi sotto la direzione del prof. Luca De Clara – gli studenti della classe 3H, il 14 maggio scorso, nel corso di un’uscita didattica, hanno visitato di persona i luoghi protagonisti delle loro ricerche.

Avendo stabilito il punto di partenza nell’atrio del Marinelli, e seguendo un itinerario preventivamente prestabilito da uno dei gruppi di studenti, sono giunti nelle varie tappe prestabilite. Ad accompagnarli, oltre al prof. De Clara, anche la prof.ssa Emanuela Toninato.

Il primo luogo di visita è stata Porta Aquileia. Qui l’architetto Raccanello, presidente del Consorzio Castelli del Friuli Venezia Giulia, si è curato di spiegare ai ragazzi la storia della porta e di soddisfare le loro curiosità. L’insieme di torri e porte che circondavano la Udine medievale servivano a difendere la cinta muraria e a permettere un passaggio controllato di merci, oggetti e persone. La storia di questa torre, come suggerisce il restauro, è stata molto travagliata tanto che, inizialmente chiusa solo su tre lati, venne completamente sigillata, per essere trasformata in una residenza. Al giorno d’oggi la torre è di proprietà del Comune e viene utilizzata come sede del Consorzio Castelli FVG. Il motivo per cui possiamo ancora ammirare nella sua integrità Porta Aquileia è dato dal suo doppio ingresso, che ha permesso il normale flusso del traffico veicolare. La maggior parte delle altre torri della cinta muraria più esterna, la quinta della serie, lunga circa 7 chilometri e risalente al Quattrocento, sono state infatti demolite tra Ottocento e Novecento per agevolare il traffico e la cinta muraria è stata smantellata poiché era difficile mantenerla efficiente.

Dopo questa spiegazione tenuta nella suggestiva atmosfera del piano terra della Porta gli studenti hanno visitato gli altri tre piani della struttura. Rispettivamente al primo piano è collocata una biblioteca contenente volumi che raccontano la storia dei castelli friulani, al secondo piano sono presenti pitture murali raffiguranti soldati napoleonici, conservate come documento storico, e all’ultimo piano è possibili ammirare le tracce della copertura originale della porta. Inoltre gli studenti hanno potuto percorrere il rimanente pezzo del vecchio cammino di ronda posto sopra i due archi di Porta Aquileia.

Il gruppo ha proseguito poi il percorso verso Porta Torriani, incontrando la roggia di Palma vicino al giardino Ricasoli. Questo corso d’acqua artificiale, che origina a Zompitta ed è derivato dal fiume Torre, arriva fino a Palmanova dove un tempo alimentava i fossati attorno alla città stellata. Sono poi passati sotto porta Manin, parte della terza cinta muraria, dove di recente sono stati restaurati alcuni stemmi molto antichi. In piazza Libertà hanno ammirato l’arco Bollani, che appartiene presumibilmente alla prima cerchia muraria, risalente agli anni attorno al Mille. Successivamente, in via Zanon, hanno intravisto la Roggia di Udine, derivata anch’essa dal Torre, che confluisce nel torrente Cormor a sud della città.

La Porta Torriani, risalente al 1200, inizialmente aveva una funzione militare, ma fu abbandonata nel 1400 a causa della crescita demografica e trasformata in una residenza, passando dai Manin ai Savorgnan e infine ai Torriani. Di proprietà di Confindustria, dopo vent’anni di chiusura, è stata riaperta con una nuova funzione culturale e pubblica: ospita infatti una mostra permanente che documenta l’evoluzione imprenditoriale del territorio. L’edificio è stato sottoposto a pulizia e restauro, con rinforzi strutturali e il ripristino degli intonaci utilizzando sabbie specifiche del Torre. Al piano terra sono visibili tracce dell’intonaco a basamento e segni di strumenti lignei che hanno permesso di definire la struttura originaria. Durante gli scavi, sono stati rinvenuti vari reperti come cocci e orecchini.

La costruzione della nuova parte – così ha dichiarato l’architetto Verona, progettista del restauro e accompagnatore del gruppo in visita – nasce dalla necessità di rendere accessibile la torre, inizialmente dotata di un’unica scaletta di legno. Questo ampliamento simbolico riflette sul continuo mutamento della storia e della città. L’intero complesso è stato concepito come un museo e spazio didattico-formativo, dotato di collegamenti multimediali e con l’obiettivo di documentare i vari settori merceologici di cui si occupa Confindustria.

L’ultima tappa della mattinata di visita è stata Porta Villalta, sede della Società Friulana di Archeologia. Qui la classe è stata accolta dalla dott.ssa Flapp che ha spiegato brevemente la storia del Friuli e della Torre: il Friuli è stato colpito da vari terremoti nel 1222, 1348 e 1511. Udine fu citata per la prima volta nel 983 e il castello fu distrutto dal terremoto del 1511, per poi essere ricostruito nel 1520. La città è sempre stata circondata da mura, fossati e conteneva addirittura un lago nell’attuale Piazza Primo Maggio.

Porta Villalta fa parte della quinta cinta muraria di Udine e grazie a documenti risalenti alla metà del 1600 e del 1700 che descrivono dettagliatamente la torre, si è riusciti a ricostruire il suo passato architettonico e storico. Nel 1600, il pavimento era in terra battuta, mentre nel 1700 era costituito da tavole di legno. I muri furono rinforzati e i fossati scavati ulteriormente nel 1480. La torre presenta ancora oggi intonaci storici e una lapide esterna, testimoni di secoli di storia. All’interno, il primo piano era adibito a cucina, il secondo ospitava camere da letto, e l’ultimo un granaio. La Torre venne pian piano abbandonata a se stessa e solo grazie all’opposizione dei cittadini di borgo Villalta contro le decisioni del Comune, che voleva demolirla nel 1800, rimase in piedi. Le finestre furono murate dall’interno e si cercò di migliorare la struttura in generale. All’ultimo piano si trova ora il “magazzino” dei reperti che la Società ha trovato nei recenti scavi fatti nei pressi del castello di Attimis Superiore: gli studenti hanno potuto ammirare ad esempio un elmetto molto semplice, stoviglie in legno e ceramiche che venivano utilizzate come recipienti o addirittura piccoli dadi per il gioco d’azzardo.

Una volta terminata l’ultima visita, la classe è ritornata nel cortile della scuola e, da lì, ogni studente è tornato a casa propria.

(realizzato come resoconto dell’uscita da alcuni studenti e studentesse di 3H)