Cammina – menti: la Scuola sulla via di Santiago

Diario di un cammino

Anteprima

Oggi vi raccontiamo una storia, anzi una parte di una storia, perché siamo solo all’inizio e quindi è ancora tutta da scrivere. Tra poco partiremo per un’esperienza di cammino che ci auguriamo possa essere straordinaria. 

Fin qui tutto normale se non fosse che a Santiago de Compostela stavolta non ci arriveremo da soli ma insieme ad un piccolo gruppo di studenti e studentesse del nostro istituto.

Ma facciamo un passo indietro e procediamo con ordine.

La scorsa estate durante il cammino portoghese (Senda litoral) fatto insieme al mio carissimo amico e collega Giuseppe ci siamo imbattuti, più volte, in alcuni gruppi di giovani, accompagnati dai loro insegnanti che, animati da un contagioso entusiasmo, motivazione a mille e spirito di condivisione, erano, come noi, diretti a Santiago.

Colpiti, ed anche un po’ sorpresi da questa bella e spontanea gioventù in movimento, ci siamo detti: e se provassimo anche noi a portare in cammino alcuni studenti della nostra scuola? Detto fatto.

Iniziato l’anno scolastico abbiamo sottoposto l’idea al nostro Dirigente che, senza esitazioni, ha subito sostenuto la proposta dandoci l’avallo ma chiedendoci però di strutturare una progettualità con linee guida, obiettivi, target di riferimento, tempistiche, informazioni varie e modalità di partecipazione.

Da qui abbiamo elaborato un po’di cose sintetizzandole poi in una brochure, pubblicata sul sito del nostro Liceo, (G. Marinelli di Udine) con la quale abbiamo reso nota l’iniziativa e chiesto una manifestazione di interesse ed una lettera motivazionale a chi fosse stato eventualmente incuriosito dalla proposta configuratasi poi come PCTO.

Una volta definitosi il gruppo di partecipanti (provenienti da classi differenti) abbiamo cominciato ad organizzare, nel corso delle assemblee di istituto o in modalità online, alcune riunioni informative ed organizzative cui hanno fatto seguito delle uscite preparatorie, nelle nostre bellissime zone collinari, per favorire la conoscenza reciproca e prendere familiarità con il tipo di attività da svolgere. 

Il nostro sogno dunque, forse inizialmente un po’ visionario, piano piano, e nonostante qualche piccola difficoltà, ha preso forma diventando sostanza ed eccoci qui pronti a partire, in compagnia dei nostri studenti e delle nostre studentesse che, dal 19 al 27 aprile, potranno affrontare, insieme a noi, giornate sicuramente diverse e particolari.

Il progetto nasce dunque dal forte desiderio di far vivere ai nostri giovani un’esperienza autentica e concretamente educativa e, secondo noi, potenzialmente capace di guidarli, anche attraverso i sentieri delle emozioni, alla riscoperta del valore e delle virtù delle cose semplici (come appunto può essere il cammino a piedi, per più giorni, con lo zaino in spalla e senza tanti fronzoli) nonché in grado di creare ulteriori presupposti per la loro crescita personale e sociale.

La conoscenza di luoghi e persone, il senso del viaggio passo dopo passo, lento e condiviso, la cura di sé stessi, la riflessione, l’educazione dei sentimenti, l’amicizia spontanea, l’empatia, la resilienza, il riconoscimento dell’essenziale, la riconnessione corpo, mente, natura ed ambiente, gli stili di vita improntanti al benessere e alla prevenzione per la salute, la consapevolezza di sé e degli altri, il senso di libertà sono solo alcuni degli obiettivi del nostro progetto.

Una proposta, al momento sperimentale, adattabile alle esigenze di ciascuno studente, che ha lo scopo, tra l’altro, di renderlo “consapevolmente attivo e partecipe” e che può costituire un supporto, integrativo ed innovativo e dal contenuto fortemente esperienziale, rispetto alle forme tradizionali di apprendimento ed alle modalità di conduzione e gestione delle quotidiane attività didattiche strutturate di norma in tempi, luoghi e spazi già ben definiti. 

Una modalità di apprendimento dunque spontanea e coinvolgente che forse potrebbe anche modificare, in parte, punti di vista e prospettive rispetto al proprio modo di pensare, di essere e di agire.

Ci pare giusto specificare che all’iniziativa proposta, pur trattandosi di fatto ed in origine di un pellegrinaggio, non abbiamo volutamente dato, a priori, questa connotazione particolare.

Spiritualità, fede, ricerca o riscoperta di sé stessi e della propria interiorità, consapevolezza dei propri limiti o verifica dei propri punti di forza, rafforzamento dell’autostima, gestione efficace delle proprie emozioni, capacità e voglia di mettersi in gioco oppure semplice desiderio di uscire dalla propria zona comfort, questo o altro al momento non è dato saperlo. 

“Sono vasto, contengo moltitudini”, scriveva Walt Whitman e in effetti, proprio perché si può riconoscere di avere dentro di noi delle “parti” differenti, questa esperienza potrebbe anche rivelarsi un tentativo o una occasione per integrarle tra loro in modo che possa poi palesarsi il vero sé di ciascuno. 

Ciò che però ha spinto questo gruppo di giovani studenti e studentesse verso tale scelta lo hanno già in parte definito e circoscritto, da soli, nelle motivazioni, bellissime e profonde, addotte al momento dell’adesione.

In fondo siamo convinti che ognuno, durante ed al termine del percorso, potrà trovare risposte a qualche propria domanda non ancora evasa e dare un senso compiuto, un significato particolare, intimo e personale all’esperienza del cammino.

Questo breve viaggio lontano da casa, dentro un’altra dimensione di quotidianità e fuori dal proprio tempo usuale e dalle proprie abitudini, li porterà “oltre e altrove” e riempirà la loro mente ed il loro animo delle tante cose che vedranno, proveranno e vivranno ma, soprattutto, di quelle che riusciranno a “sentire” nel profondo e ciascuno con il proprio cuore.

Il camminare stimola continuamente nell’uomo il desiderio di comprendere, di individuare il suo posto nella trama del mondo, di interrogarsi su ciò che stabilisce il legame con gli altri.

Permette di affinare i sensi e ravvivare la curiosità ed è un modo speciale per dare un senso alla realtà comprendendola e condividendola con gli altri”.

(David Le Breton)

Di seguito alcune foto delle nostre uscite preparatorie.

Screenshot

Pronti…si va! 

“La propria destinazione non è mai un luogo, ma un nuovo modo di vedere le cose”
(H.Miller)

Cammina- menti – Giorno 1 

Facce assonate ma sorridenti all’arrivo in stazione lasciano trapelare un po’ di ansia ed un mix di genuine emozioni per quello che vivremo nei prossimi giorni.  L’inizio vero di una storia di scuola declinata in maniera completamente inusuale.

Ci attende l’aereo che ci porterà a Porto e da qui in corriera seguirà un breve viaggio verso Tui, ridente cittadina e porta di ingresso in Galizia, con il fiume Minho che fa da spartiacque  segnando di fatto il confine tra Portogallo e Spagna.

Da qui  inizieremo la prima delle sei tappe che ci condurranno a Santiago.

La giornata trascorre lenta e piacevole ed i tragitti treno, aereo e corriera offrono occasioni per rompere il ghiaccio, approfondire la conoscenza reciproca e dare il la a chiacchiere, risate, riflessioni personali e scatti fotografici che suggellano i primi momenti di questa  avventura.

All’arrivo la temperatura è di 26 gradi (stamane alla partenza a Udine avevano 4 gradi). I presupposti meteo sono dalla nostra parte a conferma che gli ottimisti e coloro che pensano sempre positivo, il sole ce l’hanno dentro e addosso anche quando il cielo è grigio.

La sistemazione che ci attende (Albergue Pallanes) è appena fuori dal centro storico è l’accoglienza degli hospitaleri Ángeles e Telmo è straordinaria.

Una volta organizzate le stanze classico giro nel casco historico per una piacevole ricognizione della cittadina che ci rivela un’energia ed una vitalità inaspettate.

La giornata si conclude con il più classico dei “menù del dia” in un bel ristorante perso tra i vicoli intorno al nucleo centrale della splendida cattedrale.

Domani inizieremo la marcia di avvicinamento a Santiago de Compostela. Ci aspettano circa 4 ore di cammino che ci porteranno a O Porrino. Quindi, visto che ad una certa ora la stanchezza comincia a serpeggiare e prende il sopravvento, si decide che è arrivato il momento di andare tutti a nanna.

 “Ieri non è più, domani non è ancora. Non abbiamo che il giorno d’oggi. Cominciamo!

(Madre Teresa di Calcutta)

     

Cammina- menti – Giorno 2

Il momento della sveglia ha le sue ritualità fatte di gesti lenti, silenziosi e quasi impercettibili. Ci si muove nella semioscurità ma con disinvoltura cercando di non disturbare nessuno. Piano piano si rinasce, e mentre fuori l’alba comincia a bussare alla porta, con i suoi colori tenui, entriamo, con parsimoniosa e pigra gradualità, nel mood della giornata che ci attende.
Il bar, a due passi dal nostro albergue, ha già acceso le sue luci e fervono i preparativi per il nostro desayuno. Un giro veloce per gli ordini e la tavola, come per magia, si colora e si riempie di tostadas, brioche, caffellatte, zumo de naranja, nutella marmellate e mantequilla. Ed è subito allegria.
Decidiamo di fare di nuovo un passaggio rapido in albergue per salutare Angeles l’hospitalera gentile che ci fa i complimenti perché, la cito testualmente, in tanti anni di questo mestiere ci dice che non le era mai capitato di trovare le camere come le aveva preparate prima del nostro arrivo. E ringrazia noi, ma soprattutto i nostri ragazzi e le nostre ragazze , elargendo apprezzamenti per l’educazione e le maniere garbate dei nostri di comportamenti. I suoi commenti ci riempiono di gioia e rafforzano la nostra convinzione che il gruppo che ci accompagna in questo cammino è davvero esemplare.
Camminiamo per tre ore di filato quasi sempre su tratti boscosi e ombrosi bellissimi ma con saliscendi continui e segnando vari passaggi sulle tracce lastricate della via romana, antichissimi ponti medievali e horreos ed accompagnati da una piacevole frescura che attenua un poco la fatica. Verso mezzogiorno sosta di un’oretta in un bar prima dell’ultimo sforzo per arrivare a O Porrino (mancano circa 5 km). Tortillas, ensaladas e bocadillo e qualche bibita la fanno da padrone. Poi si riparte. La giornata è magnifica ed il caldo batte i suoi primi colpi costringendoci al berretto d’ordinanza e a qualche variante di percorso alla ricerca di sentieri boscosi.
 Nessuno si lamenta, ragazzi e ragazze davvero eccezionali procedono insieme a noi, con passo spedito e spalle dritte, verso la meta odierna nonostante il fardello dello zaino.
L’ostello scelto, poco distante dal centro, è molto accogliente e confortevole e dopo una doccia dall’effetto detox troviamo tutto il tempo per un riposo altrettanto rigenerante. Al calar della sera giretto in centro e poi a cena in un locale, consigliato dal nostro hospitalero, poco distante dall’Albergue. Quale occasione migliore per assaggiare alcune prelibatezze della cucina gallega. Il morale è buono. Il gruppo via via prende consistenza e le relazioni cominciano a intrecciarsi positivamente. Di questo non possiamo che esserne contenti… era uno dei tanti obiettivi di questa iniziativa. Primo giorno di cammino dunque è andato.
Domani si riparte con lo stesso spirito e la voglia di condividere e di emozionarsi ancora.
 “ I veri viaggiatori partono per partire; cuori leggeri simili a palloncini che solo il caso muove eternamente. Dicono sempre andiamo! I loro desideri hanno la forma delle nuvole”. (C. Baudelaire)

Cammina- menti – Giorno 3

 La giornata stavolta inizia con una piacevole ed abbondante colazione nell’albergue Casucho da peregrina ottima e comoda struttura, che ci ha ospitati per la notte, e con tutto quello che serve per riprendere fiato e ricaricare le batterie.
Ci aspetta una tappa che, per quanto non lunghissima (diciotto km), presenta qualche asperità. Quindi toccherà tenere un passo tranquillo e pacato sia sulle salite, abbastanza impegnative, che nelle discese spezzagambe. È incredibile come nel momento in cui si esce dall’ostello, con estrema naturalezza, ci si incammini senza pensare ai chilometri da percorrere ma semplicemente per e con il piacere di godersi la strada. Zaino in spalla, dunque, poche parole e via.
 Non possiamo che essere sempre più stupiti ed ammirati dalla determinazione e dalla grinta dei nostri giovani viandanti nel loro approccio a questa esperienza ed alle faticose e lunghe giornate di cammino. Confesso, senza vergogna, che a volte facciamo fatica a tenere il loro passo ma va bene così e questo è! Anche con le bellissime giornate qui le mattinate sono sempre piuttosto fresche e l’aria è abbastanza frizzante per cui l’abbigliamento è, e deve essere, consono alle temperature. Quando però arriviamo alle prime salite inizia la svestizione e mettiamo in bella mostra, con una punta di orgoglio e senso di appartenenza, la nostra maglietta color giallo fluo con la scritta Marinelli con la quale, ne siamo certi, è molto difficile perdersi perché in realtà si rimane visibili anche da una vallata all’altra.
 Intanto la strada si fa un poco più impervia e ci costringe a rallentare ed a procedere regolando il passo. Incontriamo persone italiane (poche) e di diverse nazionalità (tante) con le quali ci intratteniamo in maniera del tutto spontanea e naturale in piacevoli conversazioni o due chiacchiere al volo e mescolando, spesso, vari idiomi. Il bello del cammino…vite che si incrociano per alcuni momenti e conoscenze temporanee che, a volte aiutano a riflettere anche sul senso altrui del cammino, ed altre a strapparti qualche sorriso e attimi di leggerezza.
 Dopo aver attraversato piccoli paesi passando delle belle e panoramiche vallate arriviamo alle porte di Redondela dove ci fermiamo per un almuerzo, più che meritato, prima di giungere al nostro albergue parroquial Santiago Apostol in pieno centro. Ennesime ritualità…lavaggio degli indumenti, riposino di un paio di orette e poi uscita per visita al centro cittadino prima della cena. Siccome il posto era già da noi conosciuto portiamo i ragazzi in uno piccolo, magico ed ameno borghetto immerso nella natura appena fuori dal paese (Muino Vello), dove possiamo ammirare una particolare cascatella e non senza resistere alla tentazione di immergere i piedi stanchi nella freddissima ma rigenerante acqua che corre nella ria ai suoi margini. Le suggestioni del luogo ci danno modo di fare alcune riflessioni sul valore dell’esperienza che stiamo vivendo. Dopo la cena in centro si ritorna alla quiete dell’ostello per preparare cio che serve per l’indomani , riavvolgere il nastro delle emozioni che ci ha regalato la giornata appena trascorsa e cadere, finalmente, nelle braccia di Morfeo.
 “Per tutto il percorso sarà fantastico viaggiare assieme e rivedere le vostre immagini nei nostri pensieri”.

Cammina- menti – Giorno 4

Il diario della giornata odierna nasce da un’idea particolare che è quella far descrivere, ai nostri studenti ed alle nostre studentesse viandanti quello che hanno sentito e provato oggi camminando.

Del resto sono loro principalmente i veri protagonisti di questo progetto e per questo abbiamo deciso, assieme, di dargli la parola  per esprimere, liberamente e senza nessun filo conduttore, se non quello del cammino stesso, stati d’animo, emozioni, sensazioni e percezioni personali. Questo non solo per riflettere su quello che stiamo facendo ma anche, o molto più semplicemente, per essere, una volta tanto, ascoltati da chi, normalmente è abituato a farsi ascoltare da loro.

           “PENSIERI IN MOVIMENTO”

“Pause e momenti di attesa: una camminata dedita alla riflessione e all’ascolto, con una piacevole brezza che assieme alla compagnia ha reso leggera la salutare fatica dei tanti chilometri percorsi”.

“La difficoltà di oggi non è stata fisica ma mentale. Partire subito con la salita ha abbassato le mie convinzioni ma pian piano, arrivati su, tutto ha iniziato a diventare sempre più bello ed ho realizzato che sono il percorso, e la fatica per completarlo, a fare va acquisire alla meta una bellezza più grande”.

“Completare  oggi  la terza tappa del Cammino di Santiago mi ha fatto capire che non si tratta di un semplice viaggio, ma di un qualcosa di interiore che mi aiuta a conoscere me stessa, capirmi, e a scoprire nuove parti di me: camminare con uno zaino in spalla in cui sta tutto il necessario per 9 giorni, senza tutti i confort ai quali siamo abituati, percorrendo le stesse strade che milionii di persone prima di me hanno percorso, ognuno con la propria storia, mi aiuta a pensare, a pensare a me, senza lo stress causato dai normali impegni di tutti i giorni”

“ Sono i compagni di viaggio che rendono un’esperienza già stupenda ancora migliore”

“Oggi abbiamo affrontato molte salite, come nella vita, ma alla fine abbiamo sempre trovato una discesa ad aspettarci”.

“Devo ammettere che oggi è stata particolarmente dura ma ne è valsa la pena. Dopo lunghe e impegnative salite, e grazie alla voglia di scoprire cosa si sarebbe celato oltre, siamo stati ripagati e ci siamo immersi in un paesaggio naturale e pulito”.

“Nella tappa odierna, ho avuto la possibilità di immergermi ancora più degli altri giorni nella natura e nei boschi, che rappresentano da sempre per me l’elemento di maggiore attrattiva sia nelle camminate in montagna così come durante questo cammino. Il vero pregio è comunque il dialogo interiore che questi luoghi mi permettono di intraprendere, aiutandomi a sciogliere molti dubbi e preoccupazioni della mia età”.

“Il cammino di oggi l’ho vissuto in piena tranquillità, senza correre o pensare impazientemente di giungere il prima possibile alla meta. Ho avuto modo di ascoltare l’acqua, in tutta la sua purezza. Scorre, non torna mai indietro, ti accompagna mentre cammini, passo dopo passo. È come avere un genitore silenzioso che ti dà conforto e segue sempre.Il contatto con la Natura ti riporta a quelle sensazioni che si provano da bambino: la noia, la curiosità, il silenzio…e  tutto viene incanalato nell’ascoltare attentamente, nello scrutare anche i più piccoli dettagli delle cose che vedi per poi essere travolti dalla bellezza del percorso. Non sempre penso a cose felici ma d’altronde questo cammino serve anche a questo. Affrontare di petto ciò che ci fa più paura ovvero ciò  che noi decidiamo essere i nostri limiti”.

Aggiungo io  e chiudo.

Grazie a tutti/e. Oggi con le vostre riflessioni siete riusciti a dare un senso in più a questa esperienza. La vostra energia ed il vostro entusiasmo  sono contagiosi e rendono questi luoghi un posto ancora più bello dove poter camminare. Felici di essere qui con voi e di condividere.

Cammina- menti – Giorno 5

Un bel risveglio quello all’hostal Dpaso dopo la notte di assoluto riposo che ha fatto seguito ad una giornata faticosissima. Oggi dovrebbe andare meglio perché non sono previste salite particolari anche se la distanza da coprire sarà un po’ più lunga (23 km ca.). I nostri giovani però non si scoraggiano e come sempre, puntuali, usciamo insieme a loro per la colazione in un bar che dista qualche centinaio di metri.

Il freddo a quest’ora è particolarmente pungente e lo si sente ancora di più perché c’è un vento fastidioso. Confidiamo in una salita rapida delle temperature mano a mano che avanzeremo. Per fortuna siamo ben attrezzati e con abbigliamento adeguato..

Il primo pasto va via veloce tra le chiacchiere allegre tipiche dei giovani. Il morale è sempre alto soprattuto perché, superati indenni i primi giorni, sembra che nessuno abbia fastidì particolari e questo predispone al buonumore, da sensazioni positive e mette addosso tanta voglia di proseguire verso Santiago senza pensare eccessivamente ai chilometri mancanti e puntualmente segnalati dai “mojones”.

Usciti da Pontevedra, dopo aver apposto il sello sulle credenziali alla chiesa de la Virgen, cominciamo ad immergerci nei paesaggi rurali tipici della Galizia e godiamo della bellezza e della tranquillità dei luoghi.

A volte si procede in gruppo a volte qualcuno dei nostri studenti procede un passo indietro o avanti forse, chissà, per stare un po’ soli o riconnettersi con la parte più profonda di se stessi. Ci piace comunque pensare che sia così.

Cerchiamo di distribuire meglio le andature  e le pause rigeneranti e chiediamo agli studenti di coltivare la pazienza cercando ognuno il proprio ritmo e senza avere la fretta di arrivare. Per fortuna ci ascoltano. Sono bravi e disponibili e questo facilita il nostro compito. Siamo convinti che solo così si può vivere appieno il cammino  con un passo alla volta…lentamente e godendosi tutto quello che sta intorno.

“ Se pensi che puoi sei già a metà del cammino’ recita un cippo incontrato lunga la strada. Sacrosanta verità!

La temperatura è finalmente più tiepida con un cielo che più terso non si può e dopo la sosta  pranzo di metà giornata, con il pieno di energia necessaria per proseguire, arriviamo, con piccola deviazione, in un luogo fantastico…il parco di Ria Barrosa uno splendido regalo della natura galiziana. Approfittiamo ovviamente per immergere i piedi e le gambe nell’acqua gelida che scorre dalle cascate. Sollievo immenso.

Si riparte..manca poco ed in meno di un’ora arriviamo a Caldas de Reis, località termale molto carina e pittoresca. L’ostello As Pozas è ottimo e ci sistemiamo come al solito, e dopo le docce di rito,  nei nostri letti a castello assegnati ed in compagnia di una varietà di altre persone ( nessun italiano).

La giornata si conclude con una pizza in centro cui fa seguito , anche a causa di un abbassamento repentino della temperatura, un rapido rientro in struttura per il pernottamento.

Domani quinta e penultima tappa che assomiglierà molto a quella odierna per durata e distanza.

Il diario di tarda sera condensa e suggella, come sempre, le emozioni, le fatiche ed i tanti piacevoli momenti di condivisione vissuti. Il pensiero ora è rivolto al domani con la consapevolezza però che vale la pena di gustarsi l’attesa prima che arrivi.

“E ogni giorno sarà un buongiorno anche se alcuni, come quelli che stiamo vivendo, forse sono migliori degli altri”.

Cammina- menti – Giorno 6

Ci siamo quasi. Oggi penultima tappa da Caldais de Reis  a Padron. Una ventina di chilometri che ci porteranno davvero vicino alla meta di questo straordinario cammino. Ormai il gruppo è rodato…ci si intende al volo e per la sveglia di buon mattino nessun problema.

Come ogni giorno dopo il pieno di energia della colazione (molto buono il buffet proposto dal nostro gentilissimo hospitalero  Roberto) si parte. Ancora una volta usciamo un po’ imbacuccati perché le prime ore sono davvero freddine.

Avanziamo però molto speditamente sorpresi sempre di più dalla tranquillità e dalla serenità con le quali con questo gruppo di giovani affronta le singole tappe. Le connessioni tra loro sono ormai consolidate e le relazioni sono sempre più amichevoli. Ciascuno ormai ha trovato il suo passo che spesso corrisponde, o si adegua volutamente, agli altri compagni di viaggio (noi compresi) e con i quali si ha voglia di scambiare due chiacchiere.

È bellissimo conoscere i nostri studenti fuori dall’usuale contesto scolastico perché i rapporti personali, pur rimanendo sempre corretti, rispetttosi dei ruoli e mai sopra le righe, sono diventati in questi giorni meno formali e più spontanei. Questo clima favorisce una maggiore apertura reciproca nelle conversazioni durante le quali emergono, spesso,  considerazioni e riflessioni profonde e rivelazioni personali che permettono di guardarci con occhi diversi e da diverse prospettive.

Nessuno peró si dimentica di prendersi il suo tempo per volgere lo sguardo  intorno ed immergersi nella quiete dei boschi  tra sentieri tracciati all’ombra di giganteschi ed odorosi eucalipti e piante del sottobosco che ci avvolgono con i loro profumi.

Non badiamo più di tanto ai mojones che con un progressivo “decalage” riducono sempre di più i chilometri che mancano all’arrivo a Santiago ma credo che tutti comincino ad immaginare di essere già li.

Ovviamente non sappiamo ancora cosa accadrà quando  ciascuno dei nostri studenti farà il suo ingresso alla Piazza  do Obradoiro ma possiamo già immaginare che non mancheranno,  per ognuno, emozioni e soddisfazioni per aver portato a termine, con fatica e grandi motivazioni, una “parte” del proprio cammino personale.

Siamo curiosi di vedere le loro reazioni che, come succede spesso, possono essere diverse ed inaspettate ma siamo sicuri che per tutti sarà un giorno speciale.

“Mi sentirei di dirti che il viaggio cambia un uomo e il punto di partenza sembra ormai così lontano. La  meta non è un posto ma è quello che proviamo e non sappiamo dove né quando ci arriviamo”.  (M. Mengoni)

Cammina- menti – Giorno 7 – L’arrivo

Quanti tipi di viaggi conosciamo? Tanti immaginiamo.  Ma quello che abbiamo provato a raccontare, ed appena portato a termine, non è un viaggio comune, solito, usuale. È un viaggio certo fatto di natura, paesaggi, strade, sentieri, atmosfere, fatica e determinazione.

Ma è anche vero che, nella sua più profonda essenza, il cammino, può rappresentare un viaggio interiore capace di farti volgere lo sguardo oltre, altrove e dentro te stesso toccando con mano delle parti ancora inesplorate, a volte impervie, alla ricerca di una dimensione intima e personale.

Non chiederemo ai nostri studenti se sono stati felici dell’esperienza  perché in qualche modo la risposta già ce l’abbiamo.

Non chiederemo loro sé questa esperienza gli cambierà la vita…non avrebbe senso. Troppo poco il tempo per un qualcosa di così  infinitamente grande.

Certamente però potremmo chiedere loro se hanno avuto la possibilità di guardare e pensare un po’ al senso della vita da un’altra prospettiva.

Se avranno  preso coscienza del fatto che l’essenziale può abitare anche nelle piccole cose e nei piccoli gesti.

Se avranno acquisito qualche consapevolezza in più riguardo alle loro infinite possibilità.

E se infine avranno realizzato che, in questi giorni, quando le gambe erano stanche, probabilmente sono riusciti a camminare con la testa e con il cuore.

Oggi terminiamo questa esperienza raggiungendo una meta, Santiago, a cui abbiamo guardato come un punto di arrivo…per diverso tempo.

Ma il vero significato ciascuno lo avrà colto da solo quando, da solo, avrà capito che il destino finale non è la meta ma è la strada che si fa per raggiungerla e tutto quello che ci sta in mezzo…tutto quello che si è sentito e provato.

È stato da brividi l’applauso ricevuto da un gruppo di pellegrini tedeschi, incrociati  più volte lungo il cammino, quandi ci hanno visti  passare poco prima dell’ingresso in piazza Obradoiro.

È stato fantastico  arrivare in piazza tutti assieme innanzi alla cattedrale, sempre bellissima nella sua imponenza, e sciogliersi e perdersi in momenti veri di intense emozioni che ciacuno ha vissuto a suo modo.

È stato bello camminare insieme e condividere giorni, tempo e piccoli squarci di vita comune.

Ora si ritorna alle routine ed agli impegni di tutti i giorni ma i solchi scavati con i propri passi potranno divenire terreno fertile per le future  semine, per raccolta di buoni frutti e per provare a trovare, ciascuno, un proprio posto nel mondo.

“Per essere grande sii intero:

non esagerare e non escludere niente di te.

Sii tutto in ogni cosa.

Metti tanto quanto sei

Nel minimo che fai.

Come la luna in ogni lago tutta

risplende, perché in alto vive.”

(F. Pessoa)

Testi di Nello Marano, responsabile del progetto e accompagnatore con Giuseppe Vacca in quest’avventura,